Come affrontare l’arrivo di una diagnosi di DSA
Una mamma una volta mi ha detto: “Dottoressa, io e mio marito siamo stati convocati dalle insegnanti della scuola per parlare di nostra figlia. Non avevamo idea di cosa ci aspettasse. L’insegnante ci ha riferito che nostra figlia inverte le lettere, salta il rigo quando legge, legge più lentamente dei compagni. La ascoltavamo con l’attenzione di chi, per la prima volta, sente delle cose. Poi l’insegnante ci ha consigliato di andare in neuropsichiatria e da lì, ho smesso di ascoltare. Neuropsichiatria mi ha fatto pensare ad un ricovero, ad un grave problema e ho iniziato a piangere”.
Momenti come questo descritto da una mamma possono essere vissuti dai genitori come un fiume in piena che, all’improvviso, straripa rompendo una diga ed un equilibrio familiare. D’improvviso i genitori possono sentirsi catapultati in un mondo a loro sconosciuto senza sapere cosa accadrà da quel momento in poi.
Quando ci si ritrova davanti ad una diagnosi di DSA, qualcuno potrebbe negare il problema pensando così di tutelare il figlio da “traumi” e disagi scolastici e sociali. Qualcun altro potrebbe rassegnarsi all’idea che il figlio non sia portato per lo studio e, quindi, “aiutarlo” scegliendo un percorso più semplice o suggerendogli di non proseguire gli studi ed “imparare un mestiere”. Qualcun altro ancora potrebbe considerare la dislessia alla stregua di una malattia e trattare il figlio, di conseguenza, come una persona malata proteggendolo e compatendolo.
Tutti questi atteggiamenti, naturalmente, portano i genitori a mettere in atto azioni a fin di bene.
Siamo sicuri, però, che questi atteggiamenti e comportamenti siano funzionali ed efficaci per il benessere del bambino?
Fermati un attimo a riflettere su come le tue paure, le tue preoccupazioni ed i tuoi pregiudizi possano offrire un vero aiuto a tuo figlio.
Cosa fare?
- Fa paura tutto ciò che non conosciamo. Quindi, la prima cosa utile da fare è informarsi: cos’è un DSA? Come funziona l’apprendimento di una persona che ha un DSA? Cos’è l’apprendimento? Come avviene? Potrei continuare all’infinito senza nessuno sforzo immaginativo, prendendo spunto da tutte le domande che i genitori mi rivolgono quando arrivano da me. Molte risorse utili puoi trovarle qui
- Tuo figlio è la stessa persona che era prima della diagnosi. Non permettere all’etichetta della diagnosi di mettere in secondo piano le qualità positive di tuo figlio (che conoscevi e che sono ancora lì)
- Tuo figlio si fida ciecamente di te e del tuo giudizio. Se, improvvisamente, inizi a trattarlo come colui che non combinerà mai niente nella vita, come ti aspetti che questo impatterà con il suo comportamento e, soprattutto, con la sua autostima?
Affidarsi ad un Centro specializzato è sicuramente un’ottima mossa. Tuttavia è importante scegliere un centro dove siano presenti diverse figure convergenti (psicologi, pedagogisti, logopedisti etc) e, soprattutto, sentire di potersi fidare dei professionisti ai quali ci si sta rivolgendo.
Tratteremo maggiormente l’argomento “come scegliere un centro specialistico” in un altro articolo. Iscriviti alla nostra newsletter per essere aggiornato in anteprima sui contenuti dei prossimi articoli
Dott.ssa Maria Rosaria Conte