Motivazione allo Studio. Bambini demotivati o svogliati? Il bambino non ha voglia di studiare o è demotivato?
Quando si lavora con i bambini e i con i ragazzi è importante porsi queste domande così da poterli guidare e sostenere in modo efficace.
Prima di parlare di motivazione è importante comprendere il vissuto emotivo dei bambini. La motivazione non può prescindere dal riconoscimento delle reazioni emotive dei bambini.
Ciascun bambino ha un modo diverso di reagire. Nel corso della mia esperienza clinica ho conosciuto bambini che cercano scuse quando si trovano dinanzi al fatto di dover fare i compiti o che dicono bugie pur di sottrarsi al compito, pur di non impattare con le loro difficoltà. Ho incontrato bambini che reagiscono con rabbia, aggressività opponendosi alle richieste dell’adulto. Ci sono bambini che mostrano indifferenza, non sembrano interessati a quello che si fa a scuola. Ecco quindi che entra in gioco il ruolo degli adulti. Il comportamento degli adulti influenza il processo motivazionale e di apprendimento dei bambini.
Ti sei chiesto cosa succede quando il bambino torna a casa dicendo “Ho preso 5 all’interrogazione di storia” e le risposte che ottiene sono “Come mai? Non l’hai ripassata ieri?” o “C’era qualcosa che non avevi capito?”, “Hai dimenticato di studiare qualche parte? La prossima volta impegnati di più”.
Queste risposte stanno contribuendo allo sviluppo della sua motivazione? La risposta a questa domanda è No.
Cosa succede quando il bambino si impegna faticando, spende tempo ed energia e l’interrogazione va male? Se in quel momento il bambino non viene premiato per il lavoro che ha svolto con tanta fatica, il rischio che si corre è quello di minare la sua motivazione. Purtroppo si fa presto a dimenticarsi che quel bambino ha faticato tanto, ha lavorato nonostante le sue difficoltà. Chi ha fallito in qualcosa e ha sperimentato un senso di frustrazione almeno una volta nella vita, sa quanto è difficile riprovarci, rimettersi in gioco.
Ecco allora che diventa importante interrogarsi sulle modalità comportamentali e comunicative che si utilizzano con i bambini e i ragazzi e che possono portarli a perdere la motivazione. Un esempio potrà tornarti utile.
Immagina che ti venga chiesto di portare a termine un compito all’interno dell’ambiente in cui lavori e che questo implica anche un corrispettivo in denaro. Poniamo il caso che proverai a impegnarti il più possibile per portare a buon fine quanto ti è stato richiesto. Tuttavia pur essendoti impegnato tanto, il risultato che ottieni non è quello sperato e tanto atteso. Cosa ne sarà della tua voglia di riprovarci dopo tanta fatica? Probabilmente la maggior parte delle persone non avrà più “la voglia”. E se invece tu ricevessi comunque un compenso, un corrispettivo in denaro per l’impegno mostrato? Come ti sentiresti? Più gratificato, più motivato, forse avresti più voglia di rimetterti in gioco e di riprovarci?
Si può imparare a riprovare nonostante il fallimento, quando viene premiato l’impegno del bambino e il focus NON è sul risultato.
E’ importante che il bambino senta che l’adulto, genitore, tutor dell’apprendimento, insegnante che sia, creda nelle sue capacità, riconosca e premi il suo impegno.
Un bambino che si percepisce competente e sente di poter essere capace è un bambino motivato.
Dott. Manuela Gambera
Katane Lab – Psicologia Evolutiva
Dr. Marco Catania
Dott.ssa Manuela Gambera
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Katane Lab è un’associazione Catanese che opera in territorio locale e nazionale, in ottica multidisciplinare cerca di fornire a genitori, operatori sanitari ed insegnanti, strumenti per fornire al minore un contesto d’apprendimento e di sviluppo il più ottimale possibile, tramite incontri di formazione, consulenze e lavoro diretto ed indiretto con bambini ed adolescenti.