“Signori, a vostro figlio, dislessico, occorre iniziare tempestivamente un lavoro di potenziamento”.

Cos’è, vi starete chiedendo, questo “potenziamento”?

Vedete, quando si dice che nel dislessico è compromessa la competenza di lettura si sta dicendo la verità, ma è una verità frutto di una semplificazione, in realtà non è propriamente così.

Se immaginate una piramide, il vertice di questa potrebbe essere la capacità che identifichiamo come “lettura”. Tuttavia, per far sì che questo vertice esista, occorre che tutti i mattoni sottostanti siano posizionati in modo corretto, fornendo alla piramide un buon baricentro ed una struttura solida.

Potenziamento DSAEcco, in vostro figlio dislessico non è la lettura “in senso assoluto” che non funziona. Il mattone-vertice esiste ed è posizionato. Tuttavia, da qualche parte nella piramide, ci sono dei mattoni posizionati male. Il potenziamento nei dsa, serve a lavorare su questi mattoncini.

Ma cosa sono questi mattoni e cos’hanno a che vedere con il potenziamento?

I mattoni sono chiamati prerequisiti dell’apprendimento. Ovvero competenze che servono per poter fare qualcos’altro.

Tra questi mattoni, nel caso della lettura, abbiamo la capacità di riconoscere visivamente le lettere, la capacità di saper abbinare il suono corretto al simbolo (o all’insieme di simboli) riconosciuti, la capacità di tenere a mente l’informazione per poter leggere l’intera parola ecc… Tutte queste competenze, unite, portano la persona a saper compiere un’azione che definiamo lettura.

Questo tipo di struttura, ovviamente, è valida per qualunque attività umana e non solo per la lettura.

Andare in bicicletta comporta dei prerequisiti (coordinazione oculo-motoria, capacità previsionali, gestione spaziale…), nuotare comporta dei prerequisiti, ballare, cantare, contare, scrivere, guidare l’automobile e così via. Non esiste attività complessa che non richieda delle competenze a monte per essere eseguita.

Nel lavoro di potenziamento, quello che faremo, è andare a ticchettare i diversi mattoni per capire quali sono perfettamente strutturati e piazzati e quali no. Una volta individuati i mattoni più fragili o non posizionati a dovere, andremo a fare un lavoro specifico per metterli a posto.

Ma mio figlio fa già un lavoro di tutoraggio per lavorare sull’autonomia di studio, non è la stessa cosa?

Potenziamento DSABene, è un’ottima cosa che stiate lavorando sull’autonomia di studio. Tuttavia sono due aree molto diverse. Il tutoraggio mira a compensare delle mancanze o delle difficoltà. Il potenziamento ha lo scopo di far alzare il livello base delle competenze. Sono lavori complementari.

Quanto dura un potenziamento? Dopo quanto tempo riusciremo a vedere i primi risultati?

Questo punto è un po’ controverso, pertanto mi permetto di esprimere la mia personale opinione in merito anticipandovi che, qualche altro collega, potrebbe avere un’idea o dei modi di lavorare differenti.

Nei DSA è spesso presente quella che viene definita “resistenza al trattamento”. Ciò significa che alcuni di quei mattoncini, pur lavorandoci accuratamente, non si riescono né a sistemare né a migliorare in modo significativo. Pertanto, se dovessi accorgermi di trovarmi in una situazione del genere, sarà mia premura segnalarlo ed interrompere questo lavoro.

A livello di tempistiche, è abbastanza cauto poter dire che un controllo andrebbe fatto dopo circa 3 mesi di lavoro continuativo per verificare se e quali miglioramenti si sono registrati. Da qui sarà possibile decidere se e come continuare.

Piccola nota per non fare confusione

Che si abbia a che fare con un potenziamento dsa o con altri tipi di intervento sul minore, il miglior consiglio che mi sento di dare, come fatto altre volte, è quello di avere una comunicazione aperta con il professionista cui ci si rivolge, farsi spiegare nel dettaglio le cose finchè non le si è capite ed esporre tutti i propri dubbi finchè non vengono risolti.

Dr. Marco Catania